Siamo onesti: la privacy è uno dei problemi più arcinoti per ogni dispositivo che abbiamo in casa, al giorno d’oggi. Questo è anche il caso dei tanti Hub Smart che possediamo, visto che per funzionare hanno bisogno di vari comandi vocali. Spesso e volentieri c’è sempre qualcuno che ci avvisa sulla pericolosità che riguarda questi dispositivi, il come ci ascoltano a tutte le ore, spesso estraendo dati personali….chiaramente il terrore si fa largo nel nostro vivere quotidiano.
Però bisogna anche chiedersi una cosa: è tutta verità quel che sta accadendo? Ecco qualche punto per far luce sulla faccenda:
Sta il fatto che lo fanno, principalmente, per attendere di sentire il nostro comando. La connessione al server, nel frattempo, non viene effettuata: questo perché altrimenti la nostra linea può diventare molto lenta.
La connessione in genere viene effettuata una volta che diamo il nostro comando vocale, che viene quindi immesso in un cloud di server, e viene poi formulata una risposta fatta su misura per noi. Questo è soprattutto il caso di dispositivi che non possono utilizzare un processore molto potente per elaborare i comandi vocali e capire cosa stiamo cercando d’impartire, e spesso rientra negli Hub come Echo o Google Home.
A tutto però vi è un eccezione: ad esempio, vi sono state diverse segnalazioni di tecnici che hanno conservato i vari comandi impartiti al proprio assistente Google o tramite Alexa, rendendo perciò la questione Privacy molto complicata.
E’ stato dichiarato che molti di questi comandi non avevano un nome connesso e venivano spesso usati per migliorare la precisione e la velocità di risposta ai vari comandi lanciati dai tantissimi utenti a livello globale. Ma è stato anche rivelato che, volendo, un assistente digitale può attivarsi da solo senza alcuna spiegazione ed in completo silenzio.
Siamo onesti però: quest’ultimo è probabilmente un difetto di programmazione, ma chiaramente risulta comunque utile ai tecnici Google, Amazon ed Apple per migliorare eventualmente la qualità del servizio.
In realtà la questione è molto più complicata. Se vi è un motivo molto grave (come un omicidio, ad esempio) è possibile anche richiedere l’accesso a questi comandi…ma del resto, solo dopo aver stipulato tutte le varie necessità burocratiche. Non è facile come sembra, anzi.
Inoltre, se lo vogliamo, possiamo anche cancellare i comandi che riteniamo più scomodi per noi. Sia Google che Amazon permettono di controllare tutti gli ultimi comandi inseriti e gestirne le varie funzioni da lì.
Il punto è questo. E’ chiaro che c’è sempre un circolo di compravendita commerciale sui nostri dati, forse ogni governo mondiale ha il suo metodo per capire come dirigere alcuni interessi verso di loro. Ma del resto, si tratta sempre di giganti che non sempre intendono nuocere direttamente alla nostra vita. Tuttavia, un hacker può avere un interesse verso di noi molto più dannoso.
Così come qualsiasi cosa che abbiamo in casa (Router, computer, cellulare) un Hub Smart può essere violato ed usato contro di noi. I casi sono sparsi, ma non impossibili da riprodurre: per questo bisogna fare attenzione a questa problematica.